Via terra sono pochi chilometri, si fanno comodamente in bici, passeggiando, molti ci vanno facendo jogging nelle ore meno calde.
Noi ci andiamo in gommone, la Tonnara si trova a pochi minuti di navigazione, nel golfo del Firriato.
Come punto di immersione presenta una varietà veramente notevole. Un plateau di roccia permette l’ancoraggio tra i 5 e 3 metri, un primo gradino porta a 9 metri su una ampia piattaforma che arriva fino a 18 metri da li si aprono due percorsi, uno che porta ad una parete che va dai 30 a 40 metri con un ampia cavità piena di gamberi rossi e l’altro che segue una cigliata tra i 25 e 30 metri dove è facile incontrare pesce pelagico, polpi e tane di murene.
Insomma proprio un bel punto di immersione con una particolarità che accomuna tutti i profili di immersione, dall’inizio alla fine dei percorsi subacquei è facilissimo incontrare cocci e frammenti di anfore antiche.
Lo notai sin dalle prime immersioni, specialmente sulla spianata tra i 9 e 15 metri un tappeto di cocci di varie forme e dimensioni si stendeva a perdita d’occhio. Ritenevo fosse normale, la Tonnara non dista più di 50 metri e negli anni si erano accumulati quei frammenti e cocci.
Con il tempo, aguzzando la vista, tra i frammenti ho cominciato a notare parti più identificabili, colli, anse e puntali di anfore per essere più precisi.
Non sono un archeologo subacqueo ma negli anni ho fatto tante immersioni su siti archeologici e sono anche un gran curioso, la tipologia di frammenti che si potevano e si possono incontrare sul sito dimostrano una datazione ben più antica dell’attuale struttura della Tonnara.
Mi sentivo un po’ Indiana Jones a fare immersione alla Tonnara, quando sai cosa cercare tutto è più semplice puntali e colli di anfore spuntavano un po’ ovunque, purtroppo spesso scomparivano anche e colgo l’occasione di ricordare, come nei briefing, che non è assolutamente il caso di toccare nulla sott’acqua compresi probabili reperti archeologici.
Una breve ricerca su internet ha cancellato tutte le mie velleità di “Scopritore di Tesori Sommersi”
dandomi tutte le notizie necessarie a spiegare le origini dei reperti.
Tutto ha origine molto prima della Tonnara, anzi la Tonnara è prosecuzione ed ultima espressione di uno stabilimento per la lavorazione del pesce che occupava l’area secoli prima, i reperti più antichi infatti risalgono alla fine del IV inizio del III secolo a.c. .
Gli stabilimenti antichi per la lavorazione del pesce e per la conservazione delle eccedenze del prodotto provvedevano alla salagione del pescato e spesso curavano anche la preparazione di una apprezzata ( all’epoca ….. ) salsa di pesce, il «garum», composta di intestini di sgombri o di tonni, talvolta mescolata con piccoli pesci interi, lasciati a macerare in vasche con il sale per circa due mesi, al calore del sole.
Resti di queste vasche sono ancora visibili nell’area circostante le mura dell’attuale Tonnara entrata ufficialmente in funzione nel 1412 grazie alla autorizzazione reale per la pesca del tonno nel mare San Vitese, l’edificio era ben diverso da come si presenta ora, in seguito verso la metà dell’800, fu infatti ampliata, probabilmente anche a spese di alcune delle antiche vasche di lavorazione per il “ Garum “, all’espansione delle attività ha seguito il declino e la chiusura della Tonnara nel giugno del 1965.

ulteriori e più dettagliate info a questi link dell’Università di Palermo

Pesca e stabilimenti antichi per la lavorazione del pesce in Sicilia

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